In Italia continua la corsa degli affitti

In Italia continua la corsa degli affitti

Che siano buone o cattive notizie dipende dal punto di vista dell’osservatore. Di certo l’aumento dei canoni di affitto in Italia a cui si sta assistendo da mesi è un punto a favore dei rendimenti per i proprietari ma di sicuro non per gli inquilini.
Cosa sta succedendo sul mercato?

Il mercato

La risposta è semplice: gli affitti aumentano in modo inesorabile. «Il mercato delle locazioni, nella seconda parte del 2022, mette in luce un aumento dei canoni di locazione del 3,9% per i monolocali, del 4,2% per i bilocali e del 4,0% per i trilocali . Continua quindi la ripresa dei valori iniziata nel secondo semestre del 2015, fermata dalla pandemia nel 2020, e ripresa a ritmo serrato a partire dal 2021».

L’aumento è particolarmente evidente per le grandi città, dove dal secondo semestre 2012 i canoni di affitto sono saliti in media del 13,3%, più contenuti invece nella media dei capoluoghi di provincia, con un incremento, rispetto alla stessa data, del 5,9 per cento.

La domanda di immobili in affitto cresce in seguito al rientro in presenza dei lavoratori fuori sede e degli studenti e all’aumentata richiesta di chi non riesce ad acquistare a causa dei tassi di interesse più elevati. A questo si unisce un’offerta in diminuzione anche in seguito alla decisione di tanti proprietari di rivolgersi al mercato degli affitti brevi per avere un ritorno economico più importante oltre alla possibilità di rientrare in possesso dell’immobile per esigenze personali.

Città che vai, aumento che trovi

La geografia degli aumenti è a macchia di leopardo. Sul fronte dei monolocali, gli incrementi maggiori si trovano a Bologna (+6,2% in un anno), a Bari (+6,3%), a Milano (+6,4%), mentre le città più stabili sono Genova (+1,2%) e Verona (+2,2 per cento). Se passiamo ai trilocali la situazione cambia un po’. Milano vede incrementi del 6,5%, Bari del 5,3%, Palermo del 5,2% e Torino del 4,8%, mentre Genova effettivamente resta stabile al +1,1 per cento.

Le motivazioni

Il 63% di chi ha preso casa in affitto, in questa seconda parte del 2022, lo ha fatto per scelta abitativa, a seguire i lavoratori fuori sede con il 25,8%, in aumento del 2,1% rispetto allo stesso periodo del precedente anno e infine l’11,2% di studenti universitari.

Anche in questo semestre si segnalano casi di persone che non riescono ad accedere al mercato del credito, primi fra tutti i giovani e i monoreddito. Trend che potrebbe crescere ancora alla luce dell’aumento dei tassi di interesse. Sono soprattutto giovani tra 18 e 34 anni a scegliere l’affitto, il 47,3 per cento. Quanto allo stato civile il 47,2% degli inquilini è rappresentato da single, la maggioranza sono famiglie.

Il bilocale, il più ricercato

Le tipologie più affittate sono il bilocale con il 38% e il trilocale con il 32,2%. La metropoli dove si è registrata la crescita più elevata dei canoni di locazione è Milano: +6,4% l’aumento dei canoni dei monolocali, +6,8% quello dei bilocali, +6,5% quello dei trilocali. A livello di contratti di locazione si nota un aumento del ricorso ai a contratti a canone transitorio (passati da 27,1% a 28,6%) e a canone concordato (da 28,5% a 29,1 per cento).

I costi

Quanto costa affittare, in media, un bilocale nelle città? Guida la classifica Milano, dove per un appartamento di due locali si spendono in media 1.040 euro al mese. Segue la Capitale, con 770 euro al mese, e Bologna (città di studenti) con 700 euro. Per il trilocale le spese salgono rispettivamente a 1.410 euro mensili, 960 euro per Roma e 840 euro per Bologna.

Incrementi del 10%

Ancora più drastica la situazione misurata nel mese di aprile 2023, che si è chiuso all’insegna di un robusto aumento dei canoni di locazione del 3,1%, attestandosi a 12,5 euro al mq. . La variazione su base annuale segna un incremento del 10,1%. Il dato di aprile fa registrare il massimo storico raggiunto dal prezzo dell’affitto in Italia.

La situazione per Regioni

Prevalenza di regioni con andamento positivo, 15 questo mese contro 5 in terreno negativo. I maggiori aumenti si registrano in Calabria (9,4%), Marche (7,4%) e Liguria (5,1%). Rialzi superiori alla media nazionale del 3,1% in altre 4 aree: Valle d’Aosta (4,1%), Lazio (3,6%), Sardegna e Puglia (entrambe su del 3,3 per cento). Aumenti in altre otto regioni compresi tra il 2,4% della Toscana e lo 0,5% della Sicilia. Sul fronte dei ribassi, i maggiori spettano a Trentino-Alto Adige (-3%), Molise (-1,4%) e Basilicata (-1,3%). Giù anche Friuli-Venezia-Giulia (-0,9%) e Umbria (-0,1 per cento).

Per quanto riguarda i prezzi, la Valle d’Aosta è la regione più cara dello stivale con i suoi 18,2 euro al mq seguita da Toscana (16,8 euro/mq) e Lombardia (16,6 euro/mq). Prezzi di richiesta superiori alla media italiana di 12,5 euro mensili anche in Emilia-Romagna (15,4 euro/mq), Trentino-Alto Adige (14,1 euro/mq) e Lazio (12,8 euro/mq). Nelle altre regioni prezzi che vanno dagli 11,6 euro della Liguria a scendere sino ai 6 euro mensili del Molise, la regione più economica per gli affittuari italiani.

Crotone in pole position

I mercati provinciali continuano a segnare aumenti piuttosto diffusi in 73 province italiane su 104, e a registrare oscillazioni dei prezzi molto ampie, come dimostrano i rimbalzi di Crotone (28%), Latina (13,4%) e Macerata (12,1%), Grosseto (12%) e Pesar-Urbino (11,8%), sempre secondo Idealista. I mercati provinciali intorno ai maggiori centri urbani italiani sono trainati da Bologna (5,9%), che precede, Roma (2,8%), Torino (2,1%), Napoli e Milano (entrambe su dell’1,1%). I maggiori cali, invece, si concentrano a Terni (-5,9%), Udine (-4,5%) e Piacenza (-4,3%). Lucca (28,7 euro/mq) è la provincia italiana più cara per gli affittuari.

La seguono Ravenna (28 euro/mq), Belluno (27,9 euro/mq) e Grosseto (23,9 euro/mq). Richieste superiori alla media italiana di 12,5 euro mensili in altre 15 province italiane, che vanno dai 20,5 euro di Milano ai 13,4 euro mensili di Roma. In 85 aree provinciali i valori restano inferiori alla media nazionale, compresi tra gli 11,9 euro mensili di Imperia e 4,8 di Enna, la provincia con i canoni di locazione più economici in Italia. Milano sempre al top.

Aumenti si registrano nel 58% dei capoluoghi monitorati, mentre sono 5 le città le cui richieste dei proprietari sono rimaste invariate nell’ultimo mese: Bolzano, Cosenza, Reggio Calabria, Venezia e Livorno. I maggiori rialzi del mese di aprile toccano Pesaro (16%), Massa (14,5%) e Ragusa (9,4 per cento). Altri 15 centri presentano variazioni sopra la media del periodo, compresi tra l’8,1% di Ravenna e il 3,2% di Novara. Per quanto riguarda i principali mercati cittadini italiani, si registrano rialzi forti a Bologna (5,8%) e Bari (4,4%); più stabili Napoli (1,7%) Torino (1,2%), Milano e Roma (in salita dello 0,8%), mentre Firenze (-1%) e Palermo (-2,1%) sono in calo.

I maggiori ribassi del mese riguardano Arezzo (-9,3%), Cesena (-5,6%) e Lecce (-3,9 per cento). Milano (22 euro al metro) si conferma anche ad aprile la città con gli affitti più salati dello stivale, ai massimi da quando l’indicatore di idealista è stato creato (2012). La seguono Firenze (18,3 euro/mq), Bologna (18 euro/mq) e Venezia (16,9 euro/mq). Di contro, le città più economiche per gli affittuari italiani risultano essere Caltanissetta (4,9 euro/mq), Reggio Calabria (5 euro/mq) e Vibo Valentia (5,4 euro/mq).

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